mercoledì 15 maggio 2013

Cypripedium

Case&Country marzo 2013
Per parecchio tempo i Cypripedium vennero confusi con i loro parenti più aristocratici, i Paphiopedilum: qualcosa li accomuna ma molto li discosta.
Li unisce la classificazione botanica, appartenendo alla stessa famiglia, le orchidaceae, anche il fiore è simile, ma poi cominciano le differenze.

 Cypripedium Paul Frosch
I Paphiopedilum vivono nelle foreste tropicali dell'estremo Oriente, generalmente nel terreno, non sugli alberi come la maggioranza delle orchidee; la temperatura in inverno non deve scendere sotto i 10°, alcune specie, in particolare quelle a foglie chiazzate, esigono minime ancora più alte. In serra la loro coltivazione è mediamente facile, i loro fiori durano a lungo, anche recisi.
Ma i Cypripedium mi avevano sempre affascinato per la loro rusticità; conoscevo la scarpetta di Venere C. calceolus, che si può incontrare nelle nostre alpi.Una decina di anni fa mi capitò di osservare la foto di un'aiuola di C. reginae, una specie americana che non conoscevo. Mi sorprese la vigoria che dimostrava nella foto; i suoi fiori, bianco/rosa, sono portati su alti steli con grandi foglie verdi. Cercai di documentarmi, scoprendo diverse specie, molti ibridi e cultivar di questo genere. Volevo averli. Vedevo già gruppi di queste splendide orchidee rustiche negli angoli ombrosi del mio giardino.
Cypripedium Gabriela
In quegli anni in Italia non si riusciva a trovarle, ma con l'aiuto di internet sono riuscito a farmeli spedire dall'Inghilterra, a caro prezzo; una piccola radice con una gemma di reginae  costava 45 sterline! Più spedizione.
Ne ho ordinate 16 diverse, tra specie e ibridi, e cominciava l'avventura; non vedevo l'ora di vederle crescere vigorose.
Avevo da anni folti gruppi di Bletilla, piante rustiche, non mi avevano mai dato problemi; sole, ombra, bagnato, asciutto, erano sempre felici. Ogni 3-4 anni le sradicavo, dividevo e ne invasavo una parte per venderle  l'anno successivo. Mi aspettavo il medesimo successo con i Cypripedium. Ahimé, non fu così.
Cypripedium Sebastian

Dopo due anni di vaso, in attesa di trovare un posto adeguato, le pianticelle stentavano; le piantai in terra, come era il mio obbiettivo, in un posto che secondo me doveva essere adatto. A distanza di anni alcune hanno sviluppato un ceppo vigoroso, altre vivacchiano, qualche altra si è persa. Non sono piante facili come le Bletille. Le loro foglie sono meno consistenti, i loro fiori durano pochi giorni, con il sopraggiungere dell'autunno le foglie e gli steli ingialliscono e la pianta va a riposo. Sopportano il freddo, ma non saprei quanto; gli inverni  da me possono essere molto rigidi, con temperature che scendono ben oltre i -10° e per prudenza ricopro le piante prima del gelo con una pacciamatura di foglie che in parte rimuovo non appena accennano a risvegliarsi. Per la loro buona riuscita è determinante la posizione, poiché non gradiscono il caldo in estate occorre difenderle dai raggi del sole, ma devono avere anche una sufficiente luminosità con un terreno fresco e permeabile.

5 commenti:

Montse ha detto...

Impresionante la belleza de estas orquídeas y muy buena labor la de cultivarlas con esa primera llegada de Inglaterra.
El mundo de las orquídeas es desconocido para mí, no hay lugar para ellas en mi xerojardín ni creo tener la paciencia de otorgarles todo el cuidado que precisan.
Admiro tu labor, la dedicación y la pasión por estas flores.
Un abrazo.

Renato Ronco ha detto...

Gracias, yo también aprendo muchas cosas de tu blog.
Un abrazo.

lucrezia ha detto...

la natura ci regala le sue meraviglie .
ci vuole molta cura ,perchè questi regali bisogna guadagnarseli .

Il potatore ha detto...

L'uomo appartiene alla terra e non viceversa.

Anonimo ha detto...

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