Non si vede spesso questa affascinante pianta, con il suo fascino esotico, nei giardini, anche perché è poco rustica.
Parente stretta delle yucche, con qualche differenza, come le foglie raspose ma più morbide e il fatto che non produce un tronco.
La differenza maggiore è che si comporta da monocarpica; come le muse, le agavi, e dopo la fioritura muore parzialmente, in quanto solitamente genera dei ricacci dalla base.
Resiste a temperature di qualche grado sotto lo zero.
Per prudenza, le ho sempre riparate in una serra non riscaldata e la prima che mi ha fiorito ha impiegato 4 anni. Nelle posizioni riparare, attorno ai grandi laghi (Isola Madre e Isola Brissago, nel Lago Maggiore), le ho viste superare gli inverni più rigidi.
sabato 20 aprile 2013
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1 commenti:
Me le ricordo a Brissago in occasione di una visita in quei giardini che si specchiano sul Lago Maggiore, con una guida d'eccellenza come Renato Ronco. Non avevo mai visto la Beschorneria, sorprendente per le sue infiorescenze carnose e pesanti che risaltavano contro il blu delle acque del lago.
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