giardinaggio novembre 2014
Non sono molti che li conoscono, ma se parliamo di “anice stellato” sono certo che ad alcuni verranno in mente i loro frutti secchi, aromatici, che si possono trovare in erboristeria. Nulla a che vedere con l’anice vera (Pimpinella anisum).
Non sono molti che li conoscono, ma se parliamo di “anice stellato” sono certo che ad alcuni verranno in mente i loro frutti secchi, aromatici, che si possono trovare in erboristeria. Nulla a che vedere con l’anice vera (Pimpinella anisum).
Sono, piante così particolari che hanno una famiglia
solo per loro: le Illiciaceae.
Pare siano 42 le specie di
illicium in natura, io ne ho solo 4, ma vi assicuro che è già una collezione.
Mi manca il vero anice
stellato (Illicium verum), che proviene dall’Estremo Oriente, i suoi piccoli
fiori di colore rosato precedono i frutti ed è l’unica specie che può essere
usata, con moderazione, come spezie in cucina, tutte le altre sono da
considerare tossiche.
All’inizio della primavera mi fiorisce regolarmente l’I.
anisatum, simile al precedente, con la medesima provenienza orientale, ma i
fiori sono di colore bianco crema.
Anche l’americano I.
floridanum mi fiorisce, ma con un leggero ritardo rispetto al precedente e I
suoi fiori, leggermente più grandi, sono di un bel rosso intenso.
Sto aspettando la fioritura
dell’I. Henry; il suo fiore dovrebbe essere rosa carico.
Queste tre specie sono da considerare più arbusti che
alberi, superando di poco i 3 metri di altezza.
I fiori sono insoliti e
molto belli, con colori dal bianco al rosso, la forma è simile, con i petali
disposti a stella e aspetto ceroso. Le dimensioni vanno dai 2,5 ai 4 cm.
L’ultimo arrivatomi è l’l.
parviflora. Pare sia quello che può svilupparsi di più, raggiungendo, nelle
condizioni favorevoli 15 metri di altezza. Le sue foglie, come colore e
consistenza, sono simili alle altre 3 specie precedenti ma più grandi, larghe 3
cm. e lunghe 15. I suoi fiori, color crema/giallo, dovrebbero essere
notevolmente diversi come forma dai precedenti e meno interessanti.
Nell’aspetto generale sono
tutti abbastanza simili, sempreverdi, con foglie coriacee lisce e lucide. Le
foglie di tutte le specie se strofinate emanano una gradevole fragranza di
spezie, diversa una dall’altra.
La nota dolente arriva
quando si parla di coltivarli; non sono piante facili.
Le loro radici amano la
libertà; costretti in vaso dimostrano di provare qualche fastidio, soprattutto
per il controllo dell’irrigazione. Certamente non amano i ristagni d’acqua, che
facilitano lo sviluppo di funghi patogeni sulle radici, e nei contenitori non è
facile bagnare bene.
Altro dubbio viene dal
fatto che pare siano sensibili ai freddi intensi, non ho ancora provato a
piantarne qualcuno nel giardino, lo farò non appena avranno raggiunto un certo
viluppo.
Devo dire che le piante più
grandi che conosco si trovano nei Giardini Botanici di Villa Taranto, e se pur
in posizione non particolarmente protetta, hanno superato con leggerezza molti
inverni gelidi.
Gli va bene il sole e anche
un po’ d’ombra, ma il terreno deve essere fresco e drenante, meglio non
alcalino.
Le talee, semilegnose, con
un po’ di pazienza attecchiscono.
1 commenti:
E chi l'avrebbe mai detto!! Mi sono chiesto spesso da che pianta arrivassero i frutti secchi che uso per farmi le "infusioni all'anice", anche se a dire la verità non mi sono mai preoccupato tanto. Immaginavo si trattasse di una qualche "anis" e poi oggi scopro che non solo non è una umbellifera, ma nemmeno un erba! Grazie per l'articolo e complimenti per le piantine del tuo vivaio!!
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