Case&Country dicembre 2011
Quando ero bambino l’offerta di frutta e verdura sui mercati invernali era bassissima.
I miei genitori riuscivano a riempire il banco di verdure ricorrendo a molti accorgimenti per conservarle al riparo dal gelo; gli inverni di allora erano decisamente più lunghi e freddi di quelli che stiamo attraversando negli ultimi anni.
I cavoli non mancavano mai, fino a primavera inoltrata. Ai primi geli, il mio ricordo è molto nitido perché, per quanto piccolo, partecipavo attivamente alle operazioni, si andava con il biroccio e il cavallo al grande campo dei cavoli, lontano da casa, e già questo era una festa per me.
I cavoli venivano tolti con un gancio in cima ad un manico, per non doversi chinare e risparmiare la schiena. Può sembrare molto semplice, ma non era così: il gancio di ferro si posizionava sul gambo appena sotto la testa del cavolo poi si tirava, con un movimento deciso ed una opportuna inclinazione. Se non si aveva malizia, invece di sradicare la pianta con tutta la radice si rompeva il gambo del cavolo, che in quel modo sarebbe velocemente appassito.
Arrivati a casa venivano ammucchiati ordinatamente nel posto più freddo su tre piani con tutta la radice, che ne conservava la freschezza per mesi. Il mucchio poi veniva coperto con foglie e stuoie per proteggerlo dal gelo. Il campo era grande, occorrevano più giorni per terminare l’operazione
Per i sedani, ancora più sensibili al freddo, l’operazione era diversa ma io ero più coinvolto, anche se mancava il fascino del cavallo e biroccio, in quanto i sedani si coltivavano vicino a casa.
Sedani ritirati per l'inverno |
La parte più preziosa era data dai peperoni conservati in piccole botti sotto i raspi dell’uva e aceto.
Era un orto che dormiva, ma ricco di piante.
6 commenti:
Quella del sedano la voglio provare,è geniale.
Io provo quella dei cavolfiori! Se funziona ti faccio un monumento.
Dany, mi pare che parlo solo di cavoli, non cavolfiori, che sono più sensibili al gelo e ai marciumi. Comunque più o meno li conservavamo allo stesso modo, ma durano molto meno.
Piccolo il monumento...
un racconto bellissimo, ricco di saper fare ormai dimenticato e per questo ancora più prezioso, anche perché sono convinta che queste pratiche serviranno ancora, ciao Marina
Molto interessante. Sono le tipiche storie che rendono il blog di Renato un posto speciale!
Come dice Marina, sono pratiche che serviranno ancora, ma quando sarà il momento temo, si dovrá sperare che saltino fuori da qualche libro dimenticato...
Ops| Beh provo lo stesso vediamo che succede, in caso piccolo monumento assicurato.
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