Ho incontrato questa
favola, nel suo diffuso, profondo dolore, mi è parsa molto intensa.
Alto, con una lunga
barba grigia
portava la bambina in
braccio con una grazia leggera
come non pesasse.
Guardava spesso la
bambina
Immobile
sembrava dormisse di
un sonno sereno
pareva avesse un
leggero accenno di sorriso.
Camminava in un posto
magico
come solo nelle favole
si poteva trovare.
Percorreva un sentiero
stretto tra alte erbe
a sinistra un bosco
rado di piante sconosciute
alberi dai tronchi
grandi e vissuti
a destra si estendeva
un prato senza fine
di erba alta oltre al
ginocchio che una carezza di vento cullava come un calmo mare.
Tra le chiome contorte
degli alberi svolazzavano uccellini strani
farfalle variopinte
nel sottobosco si
vedevano funghi di ogni colore.
La bambina aveva un
vestitino bianco
Un po’ corto
non aveva avuto il tempo per farglielo più lungo.
La bambina dormiva con
un sonno trepidante
come nell’attesa di dolci sogni.
Ogni tanto il signore
con la barba esclamava
guarda quella farfalla
con le ali azzurre!
La bambina
senza aprire gli occhi
senza svegliarsi la
vedeva.
Vedeva con grande
nitidezza
vedeva con gli occhi
di lui.
Nel suo sonno la
bambina viveva con impaziente ma serena attesa delle parole dell’uomo
perché vedeva solo le
cose che lui gli diceva.
Guarda un codirosso!
Guarda quel fungo
colorato
come è grande
sembra la casa di uno
gnomo!
Saliva il sentiero
ma l’uomo continuava a
procedere con la bambina in braccio senza apparente fatica.
Guarda il musetto di
uno scoiattolo che si affaccia da un buco nel tronco di quell’albero!
Era lungo il sentiero
già da un giorno
camminava.
Guarda quel fiore rosa
sembra un calice di
cristallo!
Tre giorni durò quella
salita lungo una collina interminabile.
Tre giorni senza
nessuna notte.
In quel posto magico
non c’era il buio
le giornate erano
scandite da una luminosità diffusa
senza il fastidio che
a volte possono dare i raggi del sole.
Guarda
un riccio tutto
giallo!
Il terzo giorno
rallentò il passo
non per stanchezza
pareva non volere
arrivare alla fine.
Guarda quella zucca
appesa all’albero
sembra la carrozza di
Cenerentola!
Sempre più lento
saliva
alla fine arrivò ad un punto dove il
sentiero non c’era più e dovette fermarsi.
Di fronte, davanti a
lui, sopra l’erba, una luce corporea era in attesa.
Un braccio allungato
una mano
invitarono la consegna
della bambina.
Improvvisamente il
signore della barba parve invecchiato
si chinò
diede un tenerissimo
bacio sulla fronte della bambina poi la sporse delicatamente in avanti
presa per mano si mise
in piedi.
Stava eretta sull’erba
come non avesse peso
come galleggiasse.
Volse le spalle al
vecchio e iniziò lentamente
tenuta per mano
a salire la china
erbosa
era lontana la cima,
dove si intravedeva un chiarore diffuso.
Quel percorso,
straordinario, privilegiato
era riservato solo a
chi vestiva un abito bianco
particolare
come quello della
bambina.
Non era fatto con
tessuti pregiati
ma dall’unione di
tante piccole buone intenzioni
preghiere ripetute
con dei riporti gentili
come delicati ricami
di un bianco appena
crema
costituito da altre
preghiere più consistenti.
Il vestito emanava un
leggero lucore
frutto di una energia
potente accumulata nel tempo occorso per
comporre la trama.
La guardò allontanarsi
guardò le sue spalle
grandi lacrime
silenziose sgorgarono su quel viso ora stanco
esausto svuotato di
ogni energia
persino di quella che
aiuta a vivere.
Si voltò e lentamente
cominciò a discendere per il sentiero che aveva percorso.
Ora le sue lacrime
cadevano a fiotti sul sentiero
dalla terra bagnata
dalle lacrime l’erba immediatamente cresceva
dietro di lui il
sentiero non c’era più!
Ad un certo punto la
bambina, si fermò
la mano che la guidava
con dolcezza cercava
di farla proseguire
non ci fu verso.
Lasciò la mano, si
voltò
vedeva la spalle
ingobbite dell’uomo allontanarsi lentamente.
Allora portò le mani
alla bocca e gli mandò due baci
due baci silenziosi
dolci
ma di una intensità
materiale che lo raggiunsero alle spalle.
Trasalì
come colpito da una
sferzata
una dolce intensa
sensazione lo pervase
senza voltarsi sentì,
vide i baci della bambina
gli mancarono le forze
dall’emozione
le gambe gli cedettero
cadde su un ginocchio
mormorando
…Amore mio.
Così finisce la storia
del vecchio e della bambina.
Quando arrivò ai piedi
della collina l’erba, bagnata dalle lacrime, era cresciuta dietro di lui e
nascondeva ormai ogni traccia del sentiero; non avrebbe mai più potuto
ritrovarlo.
Chissà, forse in
un’altra storia l’uomo con la barba e la bambina dal vestitino bianco si
incontreranno; le favole a volte riservano sorprese. Chissà…
Syta Setarec
Norka Norote
1 commenti:
:(
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