Giardinaggio giugno/luglio 2016
Mi hanno sempre affascinato i papaveri, intendo quelli selvatici (Papaver rhoeas), prima dell'avvento dei diserbanti selettivi coloravano i campi di frumento, accompagnati dai fiordalisi (Centaurea cyanus), altrettanto belli.
Li ho sempre trovati facili da fotografare, perché i fiori sono come le persone, ci sono quelle fotogeniche e quelle no, e non è una questione di sola bellezza. Anche i pittori più famosi ne sono stati attratti, uno per tutti Claude Monet.
Poi, anni fa, scopro il papavero blu.
Non un ibrido creato dalla spasmodica ricerca dei selezionatori del blu in certi fiori, come il tulipano, la rosa. Esiste in natura, ma non si chiama papavero, si chiama Meconopsis. Molto simile al papavero, tanto che non capisco perché gli abbiano assegnato un altro genere. Come il papavero ha i boccioli pelosetti e penduli, che sembrano piccole olive e anche i petali, quando escono, paiono un po stropicciati.
Non riuscivo a trovare qualche piantina allora avevo ordinato semi, erano germogliati e cresciuti bene anche se un po' stentati rispetto alle aspettative, fino ad arrivare a fiorire, ma, al momento della fioritura, sorpresa, sono comparsi dei bei fiori… gialli. Grande delusione, mi avevano spacciato semi di papavero giallo al posto dei semi di meconopsis. In seguito ho scoperto che esiste un meconopsis giallo (M. cambrica) e di quello si trattava.
Mi arriveranno i blu l'anno successivo, piantine in vasetti, morenti per un lungo e travagliato viaggio.
Ho dedicato loro tutte le attenzioni possibili, e sono stato premiato da una buona fioritura, ma, contrariamente al cambrica, che per diversi anni è sopravvissuto, anche disseminandosi spontaneamente, si sono dimostrate piante difficili.
Se può essere abbastanza facile far crescere le piante che provengono da climi tropicali - basta tenerle in serre riscaldate - cosa ben più difficile è allevare nel nostro clima, con estati molto calde, quelle che vogliono la frescura delle montagne, e il papavero blu arriva proprio dalle montagne, quelle dell'Estremo Oriente. Non è stato sufficiente tenerle in posizione ombrose, già partite stentate sono arrivate alla fioritura provate e, pur fiorendo, non mi hanno maturato i semi.
Sono due le specie di meconopsis a fiore azzurro più conosciute, il betonicifolia e il grandis.
Ora sto provando partendo da una piantina in buona salute, ma occorre dire che, oltre a volere il fresco delle montagna, si tratta di un genere definito “perenne a vita breve”, anche se sarebbe più esatto definirla pianta biannuale. Per prolungarne la vita, come in tutte le piante monocarpiche, bisognerebbe impedire la fioritura togliendo i boccioli prima che si aprano, magari questa volta ci proverò, non ho più l'impazienza del primo fiore.
Per la coltivazione non ci sono grandi problemi, un buon terriccio professionale ben drenato, con un PH tendente all'acido, e… un giardino in montagna e i risultati non mancheranno.
Ormai sono molti i cultivars di questo genere, ma difficili da trovare in Italia
venerdì 23 settembre 2016
Il papavero blu
PUBBLICATO DA: Renato Ronco alle 10:15 PM
Categorie: -Fiori, Papaveraceae
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1 commenti:
io sono in Toscana, posizione assolata, giardino in mezzo agli olivi. Ho fatto anni fa una vasca per i pesci rossi, due metri di diametro, ccanto c'è l'ombra di un noce. Anche lì , in ombra quasi completa, una cimicifuga in estate è morta, Sparitaa completamente. Figuriamoci un meconopsis! Ma mi piacerebbe tanto vederli in natura!
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