mercoledì 28 novembre 2012

L’ultimo Pinus sabiniana


E così anche l’ultimo pinus sabiniana se ne è andato, ucciso dalla Botryosphaeria dothidea, un terribile fungo che ne provoca il disseccamento dei rami.
Destino crudele per i miei sabiniana; una decina di anni fa i tre che avevo nel casale in collina erano stati stesi da una nevicata “pesante”, mi rimanevano i due a Torino. 
Sono stati uccisi dal fungo già l’anno scorso. Con grande dispiacere abbiamo  abbattuto l’ultimo pochi giorni fa: resta un grande mucchio di rametti da smaltire.
Sono rimasto senza P. sabiniana, a parte tre piantine di un anno, che per cause anagrafiche non potrò più vedere grandi.


Ultimamente il blog pubblica solo più disatri...

6 commenti:

PattyLoc ha detto...

Il tempo buio e piovoso che abbiamo a Torino in questi giorni concilia la malinconia, e comunque un albero in tanti anni diventa una parte del nostro mondo. Ma questo fungo colpisce soprattutto le conifere?

m.fidanzi ha detto...

Mi dispiace!!1 anche a me, quando muore un albero, fa molto male!!! Maria

Il potatore ha detto...

La morte di specie esotiche che deturpano il paesaggio va visto come un fattore positivo.

taro ha detto...

Che peccato!!! Quando ho visitato il vivavio a settembre me ne avevi parlato, ma non avevo capito che se ne stavano andando del tutto. Non ci sarà più da preoccuparsi per la caduta delle pigne, ma immagino che sarà una "magra consolazione"...

Renato Ronco ha detto...

Ho qualche perplessità sulla positività di una eventuale morte delle specie esotiche. Io sono di Torino e, ad esempio, mi spiacerebbe dovessero scomparire i viali di Platanus, piuttosto dei Celtis o dei Liriodendron. Dalla Sicilia sparirebbero tutti i fichi d’India. Ne risentirebbe anche il paesaggio agreste; via granoturco, patate, pomodori... riso.
Negli anni 60 ci fu una campagna per fare rimboschimenti di conifere a rapido incremento, in particolare di Pinus strobus. Con gli anni si è dimostrato economicamente non conveniente. Non so quanti si siano accorti del paesaggio deturpato: forse tanti non sanno distinguere tra un abete e un pino.
Le grandi paure sull’inquinamento genetico praticamente sono inconsistenti: mai visto nascere un pino nostrano incrociato in qualche modo con un pino trino o quino.
Il mio Pinus sabiniana non deturpava certo il paesaggio, era nel mio giardino.

Renato Ronco ha detto...

Per PattyLoc,
Mi risulta che questo fungo faccia parte di un gruppo molto esteso di patogeni che possono colpire generi diversi. Negli ultimi anni anni si sono notati i suoi attacchi a conifere perché la morte di grandi alberi, piuttosto che arbusti, è più visibile.