mercoledì 7 settembre 2011

Ruscelli, rane e libellule







Case&Country agosto 2011

Non è facile inserire un laghetto in un giardino. Ancora più difficile un ruscello e non parlo dei problemi tecnici, come impermeabilizzazione del fondo, sorgente d'acqua, parlo dell'inserimento nel contesto senza che sembri completamente slegato dal resto del giardino.
Molti garden designer, per non cercarsi problemi, rinunciano ad inserirlo nei loro progetti. Eppure piace a tutti l'acqua con il suo mormorare nel fluire del movimento, e un laghetto, un ruscello, quando ci sono diventano il fulcro di tutto l'insieme. Certo non potevano mancare nel mio giardino mai finito, mai veramente iniziato.
Ora sono tre i laghetti, oltre ad un tratto di ruscello. Per la verità due sono stati costruiti senza alcun intento estetico, spazi pressoché rettangolari; devono servire solo per i miei esperimenti con piante acquatiche ritenute difficili o rare, come il Regnellidium Diphyllum.
Si sviluppa una grande vita dentro e fuori dell'acqua, ben oltre quanto noi possiamo immaginare; i concerti delle rane disturbano i vicini di casa, si sentono a un centinaio di metri di distanza. Ad uno di questi che si lamentava per il loro gracidare notturno ho potuto dire: mi spiace, ma non sono mie, sono come gli uccelli sugli alberi, venute da chissà dove, chissà come. Davvero sono arrivate da sole, e in pochi anni si sono riprodotte in modo esponenziale nutrendosi principalmente di zanzare: prima i loro girini si nutrono delle larve, poi da adulte mangiano le zanzare e tutto quello che si muove e che riescono a prendere nei loro acrobatici salti.

Comparvero anche le libellule, i grandi anisotteri, ma io aspettavo la mia libellula: la libellula nera (Calopteryx maculata), che mi ricordava un ruscello frequentato da bambino insieme a mio papà, alla ricerca dei funghi “chiodini” (Armillaria mellea) e… finalmente arrivò.
Il suo volo è più lento, e le rane riescono ad aggiungerla più facilmente al loro vario menu.
Le piante da ruscello possono essere diverse da quelle dei laghetti, io poi apprezzo maggiormente le selvatiche.
In poco tempo, prelevandoli direttamente da fossi e rii, splendidi cuscini di Callitriche stagnalis hanno colonizzato parte del ruscello.
Dove l'acqua è un po' più profonda, le foglie galleggianti di Potamogeton natans si cullano ordinate dalla debole corrente, trattenute dai loro lunghi piccioli.
Ma il mio ruscello deve anche “lavorare”, produrre, per cui un tratto con l'acqua poco profonda, viene riservato al crescione (Nasturtium officinale), preziosa erba usata per arricchire insalate.

Chi ama i fiori può scegliere tra i numerosi iris acquatici, tutti splendidi, anche se non a livello degli ultimi ibridi di I. barbata.

1 commenti:

taro ha detto...

Penso che nessuno dovrebbe rinunciare ad avere uno stagno. Un consiglio per chi ha problemi di spazio una soluzione sarebbe anche una piccola vasca rialzata. Alcuni anni fa ne ho realizzata una in muratura: ho scavato solo una ventina di centimetri e l'ho rialzata di mezzo metro. Non dispone di filtri e sistemi elettrici, l'ho riempita di piante ossigenanti e si alimenta con le piogge. Da allora è come un piccolo spazio magico, un microcosmo dove ho introdotto 3 pesci rossi (...che non smettono di moltiplicarsi), piante e lumache acquatiche. Ogni giorno è una sorpresa, uno spazio rilassante che non mi stanco mai di visitare...