Ho un ricordo nitido del giardino Hruska e del suo proprietario.
Sono passati più di 40 anni, credo 43, ero in visita come studente della Scuola Giardinieri G. Ratti. Ero giovane, 15/16 anni, con molti compagni, avevamo voglia di divertirci, di ridere. Si prestava poca attenzione ai giardini e alle piante. Ho però ancora davanti agli occhi questo signore alto, magro, che ci ricevette, ci accompagnò nella visita e volle stringere la mano ad ognuno di noi. Ricordo la parte del giardino alpino, una miniatura delle Dolomiti, una ricostruzione meticolosa con l’inserimento di una collezione alpina impareggiabile. Ricordo anche la presenza di un giardiniere appassionato e una serra del tipo olandese piena di piante molto curate. Il successo di un giardino è sicuro quando la passione è nel proprietario e nel giardiniere.
Molto è cambiato da allora.
Mi ha accompagnato nella visita la signora Graziella Belli, geometra, curatrice del parco che oggi è diventato “Fondazione Heller”, e un pomeriggio intero a dialogare con lei, passeggiando per il giardino, è stato interessante.
Come è normale che sia, un giardino assomiglia al suo padrone. Hruska lo aveva inventato negli anni, arricchendolo continuamente. La sua presenza costante, la sua quasi pignoleria nella cura e presentazione della più minuta pianta era evidente.
Il nuovo proprietario, André Heller, è un’artista moderno ed eclettico, scultore, pittore, scrittore, regista e tutto quello che richiede inventiva e creatività.
André Heller al contrario di Hrusca che si era inventato il giardino, quando nel 1988 ha acquistato questa proprietà tutto era già stato fatto, anzi disfatto; infatti dopo la scomparsa di Hruska il giardino ha subito anni di quasi abbandono.
Nei giardini, quando non vengono più seguiti, in pratica succedono due cose: parte delle piante crescono troppo e parte muoiono, ed è un guaio in entrambi i casi.
Heller ama molto la natura, e quando in vacanza sul lago di Garda visita questo giardino ne rimane affascinato; inoltre è il luogo ideale per ispirare un’artista. Scoprire che è in vendita e comprarlo è cosa fatta.
Anche la grande villa richiedeva lavori importanti, e a Graziella Belli venne dato questo incarico. E’ stata completamente ristrutturata rispettando le caratteristiche originali.
E’ una casa sempre aperta, per Heller, in giro per il mondo per le sue eclettiche attività, ed ai suoi ospiti, personaggi famosi dell'arte, della cultura e della politica.
Heller ama ripetere che nel suo giardino e nella sua casa si respira "un'aria della fortuna", nessun luogo riesce a rilassarlo e ad ispirarlo come quando si ritira a Gardone per ricaricarsi.
Sono passati venti anni da allora e Graziella è passata dalla villa al giardino, e sicuramente per lei è stato ed è più impegnativo questo secondo incarico, che oltretutto non avrà un termine, perché un giardino non è mai finito, è in continua evoluzione.
Mi racconta del periodo in cui si occupava della ristrutturazione della villa: questo giardino speciale la incuriosiva, la appassionava, forse anche l’influenza di un marito perito agrario ed enologo in qualche modo l’aveva predisposta verso le piante e la natura. Cominciò col fare dei giri solitari e quotidiani, poi passò a suggerire piccoli interventi. Heller, attento osservatore e conoscitore delle persone aveva notato queste “attenzioni” e un giorno le disse: - Perché non ti occupi anche del giardino? Così è cominciata l’avventura di Graziella, e dopo venti anni è sempre più coinvolta.
Mi racconta i dubbi, le incertezze iniziali. La impensieriva accettare questo incarico impegnativo, si rendeva conto delle difficoltà che avrebbe incontrato.
Così il giardino Hruska/Heller ha ritrovato una nuova stagione, una nuova persona appassionata si occupa e preoccupa della sua salute. Dapprima piccoli progetti, piccoli interventi, poi sempre più consistenti man mano che acquisiva sicurezza stanno lentamente modificandone l’aspetto.
Il giardino e la sua Curatrice stanno crescendo insieme, come era stato per Hruska.
Ben più visibili gli interventi del padrone di casa. Heller ha inserito opere di arte moderna, altre le hanno realizzate sul posto artisti suoi amici in punti strategici, ognuna con un preciso significato, alcune con storie curiose, come la statua di Ganesh. Rudolph Hirt, l’artista che l’ha realizzata in marmo di Carrara, ha dormito più notti nel giardino, per cercare i punti energetici dove la statua “voleva “ essere collocata; scoprendo che il posto scelto era già stato occupato dal Dio dell’acqua, difficilmente spostabile, e ha dovuto accontentarsi di un’altra sistemazione.
Non ricordo se Hruska avesse messo i nomi ad ogni pianta, io ho sempre trovato i cartellini antiestetici, tanto che per fare le foto di solito li sposto; in questo caso non è stato necessario, ce ne sono pochi, e forse un giardino botanico così particolare e frequentato dovrebbe averli.
I problemi che ha dovuto affrontare e risolvere Graziella sono stati tanti, e non sempre botanici o da giardiniere.
Per la carenza dell’acqua sorgente e la presenza saltuaria di inquinanti ha fatto costruire un laghetto a monte che serve come riserva e decantazione. Molto è stato fatto anche sui percorsi dell’acqua, sulle fontane e laghetti.
Mi ha raccontato che proprio nei giorni successivi alla mia visita il giardino avrebbe acquisito nuovi spazi; prevedeva infatti l’apertura al pubblico di un’area circostante il laghetto superiore.
La parte più consistente del giardino, con l’esuberanza delle varie specie di bambù, sta assumendo una fisionomia che richiama atmosfere orientali. Contribuiscono a rafforzare questa immagine anche diverse opere d’arte, la più marcata è proprio Ganesh, dove non mancano mai incensi accesi e offerte di cibo. Piccoli manufatti in bambù completano il quadro.
Si giunge in questa parte del giardino, oltrepassando la "Torij" la classica porta cinese.
Un’atmosfera magica, sorprendente e suggestiva è dovuta alla genialità di Heller: dal suolo scaturisce e si diffonde continuamente una nebbia che si insinua tra le canne di bambù, ottenuta con la polverizzazione di acqua ad elevata pressione.
Se nel giardino Hrusca la parte più ammirata era il giardino alpino dolomitico, credo che nel giardino Heller di oggi, sia nella bambusaia che i visitatori si soffermano maggiormente, dove tutto è sorprendente, a partire dalle teste di bronzo che si fronteggiano e si “sputano addosso” - senza risparmiare i visitatori incauti. Non poteva mancare il classico Shishi Odoshi, il gioco di bambù che ritmicamente scandisce il tempo riempiendosi e svuotandosi continuamente di acqua.
In questo mondo si muove e interferisce Graziella; ora sta pensando a un complesso sistema di illuminazione creativa, che consenta le visite notturne e stupisca sempre di più i visitatori.
Deve affrontare anche problemi meno visibili ma non meno importanti, come la lotta contro la prepotenza dei bambù, che stanno ostruendo parte delle tubazioni dell’intricato sistema idrico, asse portante di tutto l’insieme.
Il suo gusto compare nella presentazione delle varie piante epifite sospese tra gli alberi, insieme ad altre, al sopraggiungere dei primi freddi verranno ritirate nella serra più grande e più moderna, che ha preso il posto della vecchia serra di Hruska.
Ormai ha acquisito sicurezza e professionalità, che le consentono non solo la gestione, ma anche consistenti modifiche all’assetto del giardino; gli è rimasta però l’umiltà, caratteristica che non deve mancare ad un giardiniere, che sa di dover sempre imparare qualcosa. Da un po’ di tempo pensava di creare un’area di giardino Zen, il giardino secco.
Questo speciale giardino, che in giapponese si chiama Karesansui, utilizza solo pietre e sabbia; è nato verso la fine del VI secolo con l’avvento del buddismo Zen e perfezionato nei monasteri con il passare del tempo. Giardino come luogo che deve favorire la meditazione, dove la sabbia simboleggia l’acqua, le pietre isole e montagne.
Un lavoro che non si può improvvisare, così non ha esitato a seguire gli insegnamenti di Maestri di questa arte millenaria.
Fondazione Andrè Heller
Via Roma 2
Gardone Riviera (BS) ITALIA
Tel: +39-336-410877
E-mail: info@hellergarden.com
http://www.hellergarden.com/
Sono passati più di 40 anni, credo 43, ero in visita come studente della Scuola Giardinieri G. Ratti. Ero giovane, 15/16 anni, con molti compagni, avevamo voglia di divertirci, di ridere. Si prestava poca attenzione ai giardini e alle piante. Ho però ancora davanti agli occhi questo signore alto, magro, che ci ricevette, ci accompagnò nella visita e volle stringere la mano ad ognuno di noi. Ricordo la parte del giardino alpino, una miniatura delle Dolomiti, una ricostruzione meticolosa con l’inserimento di una collezione alpina impareggiabile. Ricordo anche la presenza di un giardiniere appassionato e una serra del tipo olandese piena di piante molto curate. Il successo di un giardino è sicuro quando la passione è nel proprietario e nel giardiniere.
Molto è cambiato da allora.
Mi ha accompagnato nella visita la signora Graziella Belli, geometra, curatrice del parco che oggi è diventato “Fondazione Heller”, e un pomeriggio intero a dialogare con lei, passeggiando per il giardino, è stato interessante.
Come è normale che sia, un giardino assomiglia al suo padrone. Hruska lo aveva inventato negli anni, arricchendolo continuamente. La sua presenza costante, la sua quasi pignoleria nella cura e presentazione della più minuta pianta era evidente.
Il nuovo proprietario, André Heller, è un’artista moderno ed eclettico, scultore, pittore, scrittore, regista e tutto quello che richiede inventiva e creatività.
André Heller al contrario di Hrusca che si era inventato il giardino, quando nel 1988 ha acquistato questa proprietà tutto era già stato fatto, anzi disfatto; infatti dopo la scomparsa di Hruska il giardino ha subito anni di quasi abbandono.
Nei giardini, quando non vengono più seguiti, in pratica succedono due cose: parte delle piante crescono troppo e parte muoiono, ed è un guaio in entrambi i casi.
Heller ama molto la natura, e quando in vacanza sul lago di Garda visita questo giardino ne rimane affascinato; inoltre è il luogo ideale per ispirare un’artista. Scoprire che è in vendita e comprarlo è cosa fatta.
Anche la grande villa richiedeva lavori importanti, e a Graziella Belli venne dato questo incarico. E’ stata completamente ristrutturata rispettando le caratteristiche originali.
E’ una casa sempre aperta, per Heller, in giro per il mondo per le sue eclettiche attività, ed ai suoi ospiti, personaggi famosi dell'arte, della cultura e della politica.
Heller ama ripetere che nel suo giardino e nella sua casa si respira "un'aria della fortuna", nessun luogo riesce a rilassarlo e ad ispirarlo come quando si ritira a Gardone per ricaricarsi.
Sono passati venti anni da allora e Graziella è passata dalla villa al giardino, e sicuramente per lei è stato ed è più impegnativo questo secondo incarico, che oltretutto non avrà un termine, perché un giardino non è mai finito, è in continua evoluzione.
Mi racconta del periodo in cui si occupava della ristrutturazione della villa: questo giardino speciale la incuriosiva, la appassionava, forse anche l’influenza di un marito perito agrario ed enologo in qualche modo l’aveva predisposta verso le piante e la natura. Cominciò col fare dei giri solitari e quotidiani, poi passò a suggerire piccoli interventi. Heller, attento osservatore e conoscitore delle persone aveva notato queste “attenzioni” e un giorno le disse: - Perché non ti occupi anche del giardino? Così è cominciata l’avventura di Graziella, e dopo venti anni è sempre più coinvolta.
Mi racconta i dubbi, le incertezze iniziali. La impensieriva accettare questo incarico impegnativo, si rendeva conto delle difficoltà che avrebbe incontrato.
Così il giardino Hruska/Heller ha ritrovato una nuova stagione, una nuova persona appassionata si occupa e preoccupa della sua salute. Dapprima piccoli progetti, piccoli interventi, poi sempre più consistenti man mano che acquisiva sicurezza stanno lentamente modificandone l’aspetto.
Il giardino e la sua Curatrice stanno crescendo insieme, come era stato per Hruska.
Ben più visibili gli interventi del padrone di casa. Heller ha inserito opere di arte moderna, altre le hanno realizzate sul posto artisti suoi amici in punti strategici, ognuna con un preciso significato, alcune con storie curiose, come la statua di Ganesh. Rudolph Hirt, l’artista che l’ha realizzata in marmo di Carrara, ha dormito più notti nel giardino, per cercare i punti energetici dove la statua “voleva “ essere collocata; scoprendo che il posto scelto era già stato occupato dal Dio dell’acqua, difficilmente spostabile, e ha dovuto accontentarsi di un’altra sistemazione.
Non ricordo se Hruska avesse messo i nomi ad ogni pianta, io ho sempre trovato i cartellini antiestetici, tanto che per fare le foto di solito li sposto; in questo caso non è stato necessario, ce ne sono pochi, e forse un giardino botanico così particolare e frequentato dovrebbe averli.
I problemi che ha dovuto affrontare e risolvere Graziella sono stati tanti, e non sempre botanici o da giardiniere.
Per la carenza dell’acqua sorgente e la presenza saltuaria di inquinanti ha fatto costruire un laghetto a monte che serve come riserva e decantazione. Molto è stato fatto anche sui percorsi dell’acqua, sulle fontane e laghetti.
Mi ha raccontato che proprio nei giorni successivi alla mia visita il giardino avrebbe acquisito nuovi spazi; prevedeva infatti l’apertura al pubblico di un’area circostante il laghetto superiore.
La parte più consistente del giardino, con l’esuberanza delle varie specie di bambù, sta assumendo una fisionomia che richiama atmosfere orientali. Contribuiscono a rafforzare questa immagine anche diverse opere d’arte, la più marcata è proprio Ganesh, dove non mancano mai incensi accesi e offerte di cibo. Piccoli manufatti in bambù completano il quadro.
Si giunge in questa parte del giardino, oltrepassando la "Torij" la classica porta cinese.
Un’atmosfera magica, sorprendente e suggestiva è dovuta alla genialità di Heller: dal suolo scaturisce e si diffonde continuamente una nebbia che si insinua tra le canne di bambù, ottenuta con la polverizzazione di acqua ad elevata pressione.
Se nel giardino Hrusca la parte più ammirata era il giardino alpino dolomitico, credo che nel giardino Heller di oggi, sia nella bambusaia che i visitatori si soffermano maggiormente, dove tutto è sorprendente, a partire dalle teste di bronzo che si fronteggiano e si “sputano addosso” - senza risparmiare i visitatori incauti. Non poteva mancare il classico Shishi Odoshi, il gioco di bambù che ritmicamente scandisce il tempo riempiendosi e svuotandosi continuamente di acqua.
In questo mondo si muove e interferisce Graziella; ora sta pensando a un complesso sistema di illuminazione creativa, che consenta le visite notturne e stupisca sempre di più i visitatori.
Deve affrontare anche problemi meno visibili ma non meno importanti, come la lotta contro la prepotenza dei bambù, che stanno ostruendo parte delle tubazioni dell’intricato sistema idrico, asse portante di tutto l’insieme.
Il suo gusto compare nella presentazione delle varie piante epifite sospese tra gli alberi, insieme ad altre, al sopraggiungere dei primi freddi verranno ritirate nella serra più grande e più moderna, che ha preso il posto della vecchia serra di Hruska.
Ormai ha acquisito sicurezza e professionalità, che le consentono non solo la gestione, ma anche consistenti modifiche all’assetto del giardino; gli è rimasta però l’umiltà, caratteristica che non deve mancare ad un giardiniere, che sa di dover sempre imparare qualcosa. Da un po’ di tempo pensava di creare un’area di giardino Zen, il giardino secco.
Questo speciale giardino, che in giapponese si chiama Karesansui, utilizza solo pietre e sabbia; è nato verso la fine del VI secolo con l’avvento del buddismo Zen e perfezionato nei monasteri con il passare del tempo. Giardino come luogo che deve favorire la meditazione, dove la sabbia simboleggia l’acqua, le pietre isole e montagne.
Un lavoro che non si può improvvisare, così non ha esitato a seguire gli insegnamenti di Maestri di questa arte millenaria.
Fondazione Andrè Heller
Via Roma 2
Gardone Riviera (BS) ITALIA
Tel: +39-336-410877
E-mail: info@hellergarden.com
http://www.hellergarden.com/
0 commenti:
Posta un commento