domenica 6 ottobre 2013

Favola triste

Ho incontrato questa favola, nel suo diffuso, profondo dolore, mi è parsa molto intensa.

Alto, con una lunga barba grigia
portava la bambina in braccio con una  grazia leggera
come non pesasse.
Guardava spesso la bambina
Immobile
sembrava dormisse di un sonno sereno
pareva avesse un leggero accenno di sorriso.
Camminava in un posto magico
come solo nelle favole si poteva trovare.
Percorreva un sentiero stretto tra alte erbe
a sinistra un bosco rado di piante sconosciute
alberi dai tronchi grandi e vissuti
a destra si estendeva un prato senza fine
di erba alta oltre al ginocchio che una carezza di vento cullava come un calmo mare.
Tra le chiome contorte degli alberi svolazzavano uccellini strani
farfalle variopinte
nel sottobosco si vedevano funghi di ogni colore.

La bambina aveva un vestitino bianco
Un po’ corto
non aveva  avuto il tempo  per farglielo più lungo.
La bambina dormiva con un sonno trepidante
come  nell’attesa di dolci sogni.
Ogni tanto il signore con la barba esclamava

guarda quella farfalla con le ali azzurre!
La bambina
senza aprire gli occhi
senza svegliarsi la vedeva.
Vedeva con grande nitidezza
vedeva con gli occhi di lui.
Nel suo sonno la bambina viveva con impaziente ma serena attesa delle parole dell’uomo
perché vedeva solo le cose che lui gli diceva.

Guarda un codirosso!

Guarda quel fungo colorato
come è grande
sembra la casa di uno gnomo!
Saliva il sentiero
ma l’uomo continuava a procedere con la bambina in braccio senza apparente fatica.

Guarda il musetto di uno scoiattolo che si affaccia da un buco nel tronco di quell’albero!

Era lungo il sentiero
già da un giorno camminava.

Guarda quel fiore rosa
sembra un calice di cristallo!

Tre giorni durò quella salita lungo una collina interminabile.
Tre giorni senza nessuna notte.
In quel posto magico non c’era il buio
le giornate erano scandite da una luminosità diffusa
senza il fastidio che a volte possono dare i raggi del sole.

Guarda
un riccio tutto giallo!

Il terzo giorno rallentò il passo
non per stanchezza
pareva non volere arrivare alla fine.

Guarda quella zucca appesa all’albero
sembra la carrozza di Cenerentola!

Sempre più lento saliva
 alla fine arrivò ad un punto dove il sentiero non c’era più e dovette fermarsi.
Di fronte, davanti a lui, sopra l’erba, una luce corporea era in attesa.
Un braccio allungato
una mano
invitarono la consegna della bambina.
Improvvisamente il signore della barba parve invecchiato
si chinò
diede un tenerissimo bacio sulla fronte della bambina poi la sporse delicatamente in avanti
presa per mano si mise in piedi.
Stava eretta sull’erba
come non avesse peso
come galleggiasse.
Volse le spalle al vecchio e iniziò lentamente
tenuta per mano
a salire la china erbosa
era lontana la cima, dove si intravedeva un chiarore diffuso.
Quel percorso, straordinario, privilegiato
era riservato solo a chi vestiva un abito bianco
particolare
come quello della bambina.
Non era fatto con tessuti pregiati
ma dall’unione di tante piccole buone intenzioni
preghiere ripetute
con dei riporti gentili come delicati ricami
di un bianco appena crema
costituito da altre preghiere più consistenti.
Il vestito emanava un leggero lucore
frutto di una energia potente accumulata nel tempo occorso per  comporre la trama.

La guardò allontanarsi
guardò le sue spalle
grandi lacrime silenziose sgorgarono su quel viso ora stanco
esausto svuotato di ogni energia
persino di quella che aiuta a vivere.
Si voltò e lentamente cominciò a discendere per il sentiero che aveva percorso.
Ora le sue lacrime cadevano a fiotti sul sentiero
dalla terra bagnata dalle lacrime l’erba  immediatamente cresceva
dietro di lui il sentiero non c’era più!
Ad un certo punto la bambina, si fermò
la mano che la guidava
con dolcezza cercava di farla proseguire
non ci fu verso.
Lasciò la mano, si voltò
vedeva la spalle ingobbite dell’uomo allontanarsi lentamente.
Allora portò le mani alla bocca e gli mandò due baci
due baci silenziosi
dolci
ma di una intensità materiale che lo raggiunsero alle spalle.
Trasalì
come colpito da una sferzata
una dolce intensa sensazione lo pervase
senza voltarsi sentì, vide i baci della bambina
gli mancarono le forze dall’emozione
le gambe gli cedettero
cadde su un ginocchio mormorando
…Amore mio.

Così finisce la storia del vecchio e della bambina.
Quando arrivò ai piedi della collina l’erba, bagnata dalle lacrime, era cresciuta dietro di lui e nascondeva ormai ogni traccia del sentiero; non avrebbe mai più potuto ritrovarlo.
Chissà, forse in un’altra storia l’uomo con la barba e la bambina dal vestitino bianco si incontreranno; le favole a volte riservano sorprese. Chissà…

Syta Setarec
Norka Norote

1 commenti:

taro ha detto...

:(