Girando per il Friuli mi è capitato di imbattermi in rose dimenticate e abbandonate che vivono di una vita propria senza alcuna cura da parte dell'uomo. Questa che vi voglio raccontare è la storia della rosa di Clap. "Clap" in friulano vuol dire sasso e identifica abbastanza bene il luogo. Si trattava di un borgo di quattro case nel comune di Faedis, in provincia di Udine, sulle colline carsiche, che è stato distrutto dal terremoto del 76.
Nelle immediate vicinanze si trova anche Porzus piccolo paese situato poco lontano dal confine Italo-Sloveno, tristemente noto per "l'eccidio di Porzus" dove trovarono la morte 25 partigiani durante l'ultimo conflitto mondiale. Un fatto ancora oggi dibattuto e discusso per le fosche tinte politiche che lo avvolgono.
La rosa non è rifiorente, ha un portamento simile alle Centifolia con getti sottili, lunghi e serpeggianti. Quando l'ho trovata aveva i rami coperti dai resti di un muro e pezzi di travi, forse di una casa o una stalla abbattuta dal terremoto e tutto ormai stava scomparendo sotto rovi e acacie che si stavano prendendo possesso del luogo. Da una talea, sono riuscito ad ottenere una pianta che, a distanza di tre anni, mi ha regalato i primi fiori, complessi e profumati. Davvero una rosa per non dimenticare un luogo e fatti che hanno segnato quel territorio.
1 commenti:
E' una bella storia, un po' commovente. Grazie per avercela raccontata. Un fiore è sempre simbolo di speranza e di rinascita, oltre che di ricordo.
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