Case&Country novembre 2008
Una dalia? Un albero!
Pochi conoscono la Dahlia imperialis. Non ha molto in comune con le conosciute dalie; soprattutto non ha l’altezza. Bisogna guardare in alto per vederla, perché i suoi fiori, generalmente semplici e di colore rosa, sono in cima a grandi steli che possono superare facilmente i quattro metri di altezza!
Come spesso succede in botanica, c’è un po’ di confusione nella nomenclatura di questa dalia.
Dahlia maxonii probabilmente è un sinonimo della stessa pianta. Succedeva facilmente in tempi remoti; quando, Saff in Guatemala scoprì e classificò questa specie ignorava che, precedentemente, Roezl aveva scoperto nel Messico la medesima pianta e classificata come D. imperialis.
Curiose le prime notizie di questi giganti; risalgono al 1500 e si parlava di tubi per l’acqua, in quanto i grandi fusti cavi si prestavano per questo utilizzo.
Le Dalie appartengono alla famiglia delle asteraceae, sembra incredibile che siano strettamente imparentate con la piccola margherita dei prati.
Fiorisce molto tardi, ed è logico, iniziando a svilupparsi in primavera per raggiungere la maturità e quindi fiorire, deve superare i tre metri, e occorre del tempo per crescere così alta.
Succede allora che nei pochi giardini visitabili - con clima mediterraneo - che la ospitano, fiorisca a fine autunno, una stagione quando di solito sono pochi i visitatori.
Prima della fioritura non si nota molto, non assomiglia molto ad una dalia, le foglie sono quasi simili a quelle di un sambuco, inoltre la vigoria vegetativa inganna decisamente.
Le prime che ho visto si trovavano in un giardino speciale, affacciato sul mare di Ventimiglia.
E’ un giardino botanico, disseminato di piante rare, anzi, più che rare sconosciute ai più, provenienti dalle parti più lontane del mondo, in special modo dall’emisfero sud.
Si chiama Villa Boccanegra, ora Giardino Piacenza.
Questa splendida proprietà è pervenuta alla famiglia Piacenza nel 1969. Prima aveva avuto molti proprietari, forse chi gli ha dedicato più passione è stata Ellen Willmott, ricca ereditiera inglese, (sempre gli inglesi dietro ad un giardino importante!) che dedicò parte della sua vita ad abbellire il giardino, conosciuto e acquisito grazie all’amicizia e alle frequentazioni con Thomas Hanbury, che creò i giardini della vicina Villa Hanbury
Percorrendo lo stradino che porta al mare, all’ombra di alberi centenari (ulivi, arbutus, yucche, eucalipti encephalartos e quanti altri) credo risalenti ancora a Ellen Willmott, ogni passo è una sorpresa: io, abituato al clima di Torino, poco conoscitore di piante mediterranee, tante volte mi fermavo di fronte a delle begonie particolari, o a un bel gruppo di tillandsie, oppure era un platycerium, o ancora una plumeria e spesso la mia domanda era: ma questa pianta passa l’inverno qui? Quasi sempre la risposta, con mia sorpresa, era affermativa.
Arrivato vicino alla serra la sorpresa della dalia gigante, fiorita in pieno inverno!
Ora ne sto coltivando una particolare, con il fiore doppio, acquistata a “Les Journées des Plantes”, di Courson. Per ora ho visto solo in foto il fiore.
Anche se a metà agosto il fusto ha già superato i tre metri di altezza non credo riesca a fiorire a Torino, benché mi siano fioriti i gigli giganti (Cardiocrinum giganteum), arrivando a 3,60 metri di altezza in un tempo ben più breve. L’anno prossimo bisognerà partire prima, anticipando la vegetazione in serra riscaldata, si potrà guadagnare un mese circa a vantaggio della fioritura.
Pochi conoscono la Dahlia imperialis. Non ha molto in comune con le conosciute dalie; soprattutto non ha l’altezza. Bisogna guardare in alto per vederla, perché i suoi fiori, generalmente semplici e di colore rosa, sono in cima a grandi steli che possono superare facilmente i quattro metri di altezza!
Come spesso succede in botanica, c’è un po’ di confusione nella nomenclatura di questa dalia.
Dahlia maxonii probabilmente è un sinonimo della stessa pianta. Succedeva facilmente in tempi remoti; quando, Saff in Guatemala scoprì e classificò questa specie ignorava che, precedentemente, Roezl aveva scoperto nel Messico la medesima pianta e classificata come D. imperialis.
Curiose le prime notizie di questi giganti; risalgono al 1500 e si parlava di tubi per l’acqua, in quanto i grandi fusti cavi si prestavano per questo utilizzo.
Le Dalie appartengono alla famiglia delle asteraceae, sembra incredibile che siano strettamente imparentate con la piccola margherita dei prati.
Fiorisce molto tardi, ed è logico, iniziando a svilupparsi in primavera per raggiungere la maturità e quindi fiorire, deve superare i tre metri, e occorre del tempo per crescere così alta.
Succede allora che nei pochi giardini visitabili - con clima mediterraneo - che la ospitano, fiorisca a fine autunno, una stagione quando di solito sono pochi i visitatori.
Prima della fioritura non si nota molto, non assomiglia molto ad una dalia, le foglie sono quasi simili a quelle di un sambuco, inoltre la vigoria vegetativa inganna decisamente.
Le prime che ho visto si trovavano in un giardino speciale, affacciato sul mare di Ventimiglia.
E’ un giardino botanico, disseminato di piante rare, anzi, più che rare sconosciute ai più, provenienti dalle parti più lontane del mondo, in special modo dall’emisfero sud.
Si chiama Villa Boccanegra, ora Giardino Piacenza.
Questa splendida proprietà è pervenuta alla famiglia Piacenza nel 1969. Prima aveva avuto molti proprietari, forse chi gli ha dedicato più passione è stata Ellen Willmott, ricca ereditiera inglese, (sempre gli inglesi dietro ad un giardino importante!) che dedicò parte della sua vita ad abbellire il giardino, conosciuto e acquisito grazie all’amicizia e alle frequentazioni con Thomas Hanbury, che creò i giardini della vicina Villa Hanbury
Percorrendo lo stradino che porta al mare, all’ombra di alberi centenari (ulivi, arbutus, yucche, eucalipti encephalartos e quanti altri) credo risalenti ancora a Ellen Willmott, ogni passo è una sorpresa: io, abituato al clima di Torino, poco conoscitore di piante mediterranee, tante volte mi fermavo di fronte a delle begonie particolari, o a un bel gruppo di tillandsie, oppure era un platycerium, o ancora una plumeria e spesso la mia domanda era: ma questa pianta passa l’inverno qui? Quasi sempre la risposta, con mia sorpresa, era affermativa.
Arrivato vicino alla serra la sorpresa della dalia gigante, fiorita in pieno inverno!
Ora ne sto coltivando una particolare, con il fiore doppio, acquistata a “Les Journées des Plantes”, di Courson. Per ora ho visto solo in foto il fiore.
Anche se a metà agosto il fusto ha già superato i tre metri di altezza non credo riesca a fiorire a Torino, benché mi siano fioriti i gigli giganti (Cardiocrinum giganteum), arrivando a 3,60 metri di altezza in un tempo ben più breve. L’anno prossimo bisognerà partire prima, anticipando la vegetazione in serra riscaldata, si potrà guadagnare un mese circa a vantaggio della fioritura.
4 commenti:
Salve, questo è ormai la seconda fioritura della mia dalia imperialis e ora è alta quattro metri con moltissimi fiori, spero che il prossimo autunno arrivi a cinque metri con l'aiuto di grossi tutori per il problema del vento ed un centinaio di fiori rosa.
Chissa' se ve ne sono di altre di diverso colore e magari con fiore doppio. Massimo da Roma
La mia quest'anno ha superato i 6 metri, devo misurarla prime del gelo. Dall'anno scorso è in un vaso di 45 cm. di diametro, ed è cresciuta oltre la grondaia del tetto che copre il primo piano della casa.
Causa un autunno particolarmente mite è riuscita ad aprire 6/7 fiori; nel nord Italia raramente ci riescono e con queste "altezze" non è facile avere locali per ricoverarle. I fiori mediamente piccoli, sono un po' doppi. Quando ho scritto l'articolo non avevo ancora questa dalia. Ne ho viste alcune negli ultimi anni, la mia mi sembra abbastanza diversa: intanto mi pare abbia un portamento più slanciato e anche le foglie sono un po' diverse.
Domani spero di ricordarmi di fare qualche foto, poi le caricherò nel blog.
ne ho una da talea da questa primavera, alta 4 metri in vaso da 50, non ha fiorito, ritirata in aranciera, sono rimaste solo 3 gruppi di foglie pallide, le altre sono secche. Adesso cosa devo fare? pensavo di fare talee, o forse la rinvaso in vaso più grande, taglio il fusto alla base o no?. Il tutto in bassa pianura padana Grazie per le notizie. Nani
In primavera, ma già da adesso se l'arancera dove è ricoverata prende abbastanza luce, ti consiglierei di tagliare il gambo (ha un gambo solo?) ad un metro, un metro e mezzo di altezza. Non starei a cambiare il vaso, devi però non farle mancare il concime per tutto l'estate. Se ti è possibile mettila contro il muro della casa, esposta a sud.
Io le ho da due anni e sempre sono arrivate a fiorire, al pelo, prima del gelo. Con i gambi che tagli puoi fare facilmente nuove piante.
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