domenica 3 dicembre 2006

Elvio Nardotto

Negli anni 60/70 esisteva il grande business delle orchidee.
Il mercato riguardava quasi esclusivamente i fiori recisi, un mercato riservato a pochi, perché il loro prezzo era altissimo. La Cattleya, che veniva chiamata genericamente “orchidea” era un fiore un po’ misterioso, destinato a privilegiati un po’ snob, - come ancora oggi è per il tartufo bianco e il caviale - dopo venivano i Paphiopedilum, allora chiamati “cypripedium” e i Cimbidium; queste erano praticamente le tre specie che venivano proposte dai fiorai.
Il tempo è passato, e come sempre le cose cambiano. Così è stato anche per il mercato delle orchidee: non è più quello di una volta. In pochi anni il loro prezzo è crollato, ma stranamente, quando sono diventate alla portata di tutti, la richiesta non è salita, e dire che il fiore di un’orchidea ha una vita ben più lunga di quasi tutti gli altri fiori, a partire dalle rose.
Alcuni coltivatori di orchidee avevano dovuto chiudere l’attività, altri gradualmente sono passati ad altre coltivazioni, seguendo gli indirizzi del mercato e la “moda”, che continuamente propone nuove piante e ne abbandona altre, ma in nessun caso il fenomeno è stato così rapido e macroscopico come per le orchidee.
All’inizio degli anni 80, quando ormai il destino dei coltivatori di orchidee come fiore reciso era segnato, compare sulla scena Nardotto.
Fino ad allora aveva svolto tutt’altra attività, anche se la famiglia della moglie possedeva terreni e coltivava “mazzeria” - quel meraviglioso misto di fiori vari che il clima caldo e il luminoso sole della riviera ligure arricchisce di splendidi colori.
A Elvio piacevano le orchidee (come lo capisco, anch’io ne ho subito il fascino, fino ad averne una bella collezione, purtroppo ora quasi tutta persa per il subentrare di altri interessi e un po’ di negligenza), così cominciò con qualche pianta, per saggiare un mercato ormai moribondo.
Tutto avrebbe suggerito di guardare ad altre coltivazioni che “tiravano”, come poinsettie, ciclamini e così via, ma la sua cocciutaggine gli ha dato ragione; valeva la pena specializzarsi nella produzione di orchidee, ma proponendo qualcosa di diverso.
Grazie a pochi preparati coltivatori come lui ora il mercato delle orchidee si è ripreso, sono ormai diverse le aziende che se ne occupano, ma è una produzione completamente diversa da quella degli anni 60/70.
Ora l’orchidea posta in vendita in vaso ha preso il sopravvento su quella recisa; i Phalenopsis hanno superato i Paphiopedilum, si sono imposti, con altri nuovi generi, per la loro fioritura che dura molto a lungo, ma soprattutto perché sono più disposti a vivere nei nostri alloggi.
Da qualche anno nuovi ibridi anche interspecifici, con fioriture sempre più vistose e adattabili ai più inospitali ambienti dove a volte le releghiamo, si stanno affacciando; questi “sanguemisti” sono frutto di incroci spesso tra miltonia ed oncidium.
In questo mondo si è affacciato Elvio, non solo seguendo il mercato, ma ha anche inciso sulle scelte: anche noi a volte possiamo essere gli artefici della moda.
Da qualche anno sono nate e continuano a crescere associazioni che riuniscono appassionati amatori (e spesso intenditori) di orchidee, e a questa fascia di persone, che ha ormai raggiunto una rilevanza commerciale si sta rivolgendo Elvio, anzi è vero il contrario, sono loro che si rivolgono a lui.
Si può dire che non ci sia ormai mostra di orchidee - e sono tante, dimostrazione di quante persone subiscano il fascino di queste piante così speciali - senza i suoi esemplari.
Bisogna visitare l’azienda di Nardotto e Capello (la moglie Ornella, insostituibile presenza) per rendersi conto della dimensione delle sue collezioni di orchidee botaniche. Il figlio Claudio, ha preso molto dal padre; anche lui è un grande appassionato e profondo conoscitore delle orchidee - una garanzia per il futuro dell’azienda - e segue proprio le orchidee botaniche più rare, che possono interessare esclusivamente un acquirente collezionista, trattandosi spesso di piante con fioriture anche poco appariscenti. In certi casi sono piante così minute da oassare quasi passare inosservate. A volte è più la curiosità a creare interesse, come nel caso delle Chiloschista, che si presentano come un semplice piccolo groviglio di radici abbarbicate su di un pezzo di sughero, senza foglie e fusto.
Circa 3.000 metri quadri di serre in Liguria, a Camporosso, vicino a Ventimiglia; Il clima ventilato e con inverni miti favorisce le coltivazioni di tutte le piante da serra e nel nostro caso delle orchidee, che richiedono una buona luminosità in inverno. La zona collinare in cui si trovano le serre offre una bella vista, e chissà che anche questo non giovi alle piante!
Possono sembrare una dimensione non grande 3000 mq. ma percorrendo le numerose serre, poste su vari livelli per sfruttare al meglio lo spazio, e soprattutto guardando le distese di piccoli vasi in crescita, si può apprezzare la ricchezza della produzione.
La domenica precedente alla mia visita ero stato a Mentone, c’era una mostra di orchidee (e la festa degli agrumi, con i suoi insoliti carri), il pubblico era così numeroso che limitava il piacere della visita, segno evidente dell’interesse che le orchidee suscitano ormai in molti; una sicurezza per il futuro dei produttori specializzati nella produzione di queste piante affascinanti. Devo dire però che per me è stata ben più interessante la visita all’azienda Nardotto e Capello, anche se le serre non erano così ricche di fioritura, e questo è un gran bel segno, quando ci sono poche piante in fiore vuole dire che le vendite “tirano”; infatti le piante vengono spedite normalmente in fase di prefioritura.
La scelta di vendere anche per corrispondenza è stata sicuramente vincente, dato il tipo di acquirente, come lo è anche stato, e lo sarà sempre di più, avere un sito internet http://www.nardottoecapello.it/ ricco di fotografie.
E’ certamente un grande impegno preparare le piantine per la spedizione, a volte anche solo tre (il minimo per spedire), ma non può esserci un altro modo per soddisfare richieste dai posti più lontani, anche dall’estero, anche al di fuori dell’Europa. Bisogna dire che una attenta politica dei prezzi ha contribuito ad avvicinare un grande numero di persone a queste piante, erroneamente ritenute difficili; in realtà non ci sono piante difficili, ognuna ha solo esigenze diverse e particolari, ma tutte riconducibili a pochi elementi: il terriccio appropriato, la giusta dose di concime e per ultima - ma la più difficile - l’attenta cura dell’irrigazione.
La misura del suo successo è riscontrabile guardando su internet, impostando Nardotto, compaiono decine di scambi di opinioni di suoi clienti sui vari forum, e sono sempre positivi. Una bella soddisfazione. Se vi imbattete in una mostra di orchidee è anche facile incontrare Nardotto, aperto e cordiale, sempre disposto a rispondere ai vostri dubbi. Se non troverete lui sicuramente ci saranno le sue orchidee.
Azienda Agricola Nardotto e Capello
C.so Repubblica 266
18033 Camporosso (IM)
Tel. 0184 290069
Fax 0184 254649

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