Case&Country ottobre 2007
E’ opinione diffusa che la stagione migliore per gli aceri sia l’autunno. Non si può certo negare che le colorazioni che assumono le loro foglie prima di cadere - praticamente tutta la gamma di sfumature possibili dal giallo al rosso più intenso - renda impareggiabile la loro vista nell’abito autunnale. La primavera però, forse meno vistosa, più da osservare come intenditori, offre delicate varianti, in particolare nelle specie e varietà “palmata”. La tavolozza si arricchisce con colori rosa più o meno intensi, impensabili nell’autunno, delicati merletti bianchi su fondi verdi o rosati, luminosi gialli, oltre ovviamente a tutta la gamma dei rossi. Tutte questi differenze cromatiche tendono a ridursi e uniformarsi con il sopraggiungere dell’estate.
Gli aceri non si possono certo considerare piante da fiore. I loro fiori sono piccoli, in genere di colore giallo/verde, per niente vistosi, non si fanno notare. Solo in qualche caso, come ad esempio nell’Acer japonicum e tutte le sue varietà, possono assumere una particolare attrattiva.
Sono sempre raggruppati in infiorescenze, e possono esserlo in vari modi: a spiga, panicolati (spiga con picciolo), racemo, corimbo e ombrella.
Ma poi seguono i frutti. Bisogna soffermarsi, osservarli con un minimo di attenzione per poterli “gustare”, scoprendo che non sono privi di fascino.
Sono delle disamare, i semi sono uniti a coppia simmetrica, variamente disposti a seconda delle specie e sono circondati da un’ala membranosa. Raggiungono la maturità di solito in autunno, in concomitanza con la caduta delle foglie. Al momento del distacco dai rami queste speciali membrane hanno il compito di favorire la disseminazione in quanto, come un paracadute, scendono lentamente, a volte girando vorticosamente e un po’ di vento può allontanarle dalla pianta che li ha generati.
Normalmente sono riuniti in grappoli, più o meno numerosi, a volte un po’ nascosti dalle foglie. A differenza dei fiori, che in tutte le piante hanno una durata mediamente breve, rimangono colorati per un periodo piuttosto lungo, praticamente dalla tarda primavera fino all’autunno. Possono assumere colori vari, molto belli e delicati e assomigliare veramente a fiori, con sfumature che dal verde arrivano al rosso.
Le varietà e cultivar con foglie gialle tendono ad avere i frutti rosso intenso, spesso con picciolo corto ed eretto, contrariamente alla generalità che li vede inseriti su piccioli lunghi ed esili che li rendono penduli.
Nella maggioranza dei casi, nelle varietà con foglie verdi o rosse che virano al verde in estate, i semi sono di un delicato colore rosa e, credo proprio grazie alla loro raffinata bellezza, quest’anno una specie rara - l’ Acer pubipalmatum - ha avuto un riconoscimento alla mostra mercato “Tre Giorni per il Giardino” che si svolge a Masino.
Non mancano i colori verde tenero, portati ad esempio dagli aceri del gruppo a foglia lineare, meno appariscenti ma non meno interessanti.
Credo che quando si intende acquistare una specie di acero, sia buona norma informarsi del colore che avranno le samare, anche se... saranno in pochi a sapervelo dire.
E’ opinione diffusa che la stagione migliore per gli aceri sia l’autunno. Non si può certo negare che le colorazioni che assumono le loro foglie prima di cadere - praticamente tutta la gamma di sfumature possibili dal giallo al rosso più intenso - renda impareggiabile la loro vista nell’abito autunnale. La primavera però, forse meno vistosa, più da osservare come intenditori, offre delicate varianti, in particolare nelle specie e varietà “palmata”. La tavolozza si arricchisce con colori rosa più o meno intensi, impensabili nell’autunno, delicati merletti bianchi su fondi verdi o rosati, luminosi gialli, oltre ovviamente a tutta la gamma dei rossi. Tutte questi differenze cromatiche tendono a ridursi e uniformarsi con il sopraggiungere dell’estate.
Gli aceri non si possono certo considerare piante da fiore. I loro fiori sono piccoli, in genere di colore giallo/verde, per niente vistosi, non si fanno notare. Solo in qualche caso, come ad esempio nell’Acer japonicum e tutte le sue varietà, possono assumere una particolare attrattiva.
Sono sempre raggruppati in infiorescenze, e possono esserlo in vari modi: a spiga, panicolati (spiga con picciolo), racemo, corimbo e ombrella.
Ma poi seguono i frutti. Bisogna soffermarsi, osservarli con un minimo di attenzione per poterli “gustare”, scoprendo che non sono privi di fascino.
Sono delle disamare, i semi sono uniti a coppia simmetrica, variamente disposti a seconda delle specie e sono circondati da un’ala membranosa. Raggiungono la maturità di solito in autunno, in concomitanza con la caduta delle foglie. Al momento del distacco dai rami queste speciali membrane hanno il compito di favorire la disseminazione in quanto, come un paracadute, scendono lentamente, a volte girando vorticosamente e un po’ di vento può allontanarle dalla pianta che li ha generati.
Normalmente sono riuniti in grappoli, più o meno numerosi, a volte un po’ nascosti dalle foglie. A differenza dei fiori, che in tutte le piante hanno una durata mediamente breve, rimangono colorati per un periodo piuttosto lungo, praticamente dalla tarda primavera fino all’autunno. Possono assumere colori vari, molto belli e delicati e assomigliare veramente a fiori, con sfumature che dal verde arrivano al rosso.
Le varietà e cultivar con foglie gialle tendono ad avere i frutti rosso intenso, spesso con picciolo corto ed eretto, contrariamente alla generalità che li vede inseriti su piccioli lunghi ed esili che li rendono penduli.
Nella maggioranza dei casi, nelle varietà con foglie verdi o rosse che virano al verde in estate, i semi sono di un delicato colore rosa e, credo proprio grazie alla loro raffinata bellezza, quest’anno una specie rara - l’ Acer pubipalmatum - ha avuto un riconoscimento alla mostra mercato “Tre Giorni per il Giardino” che si svolge a Masino.
Non mancano i colori verde tenero, portati ad esempio dagli aceri del gruppo a foglia lineare, meno appariscenti ma non meno interessanti.
Credo che quando si intende acquistare una specie di acero, sia buona norma informarsi del colore che avranno le samare, anche se... saranno in pochi a sapervelo dire.
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