martedì 15 settembre 2009

Crocus sativus


Lo zafferano.
La sua origine è incerta, anche se qualcuno sostiene provenga dal Medio Oriente, pare comunque sia arrivò in Italia attorno al 1300.
La foglia è piccola come quella dei crocus (infatti è un crocus) non ha nulla in comune con il colchico, con cui, oltre ad una certa somiglianza del fiore condivide anche il periodo di fioritura autunnale.
Si utilizzano solo gli stimmi per la famosa, preziosa droga, ormai usata solo in cucina.
In Italia viene coltivata, con tecniche, differenti, in diverse regioni (Abruzzo, Sardegna, Toscana, Umbria). I fiori vengono raccolti a mano, per praticità asportando tutto il fiore, in un secondo tempo, seduti attorno ad un tavolo, si toglieranno solo gli stimmi.
Dopo molte selezioni, per ottenere una migliore produzione, si è arrivati ad un cultivar sterile; non produce più semi, si moltiplica solo attraverso i bulbilli che si sviluppano attorno al bulbo principale.
Io sono partito da 100 bulbi, piantati in collina, su un terreno in parte boschivo, ho avuto buoni risultati, tanto da fare un risotto già al primo anno. Ora a distanza di qualche anno, ormai dimenticati, continuano a fiorire in mezzo alle erbacce con risultati alterni.

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